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Una fiondata nel verso giusto (#4)

Una fiondata nel verso giusto
di Redazione

Si dice che il primo grosso scoglio per una rivista sia superare il terzo numero. “Malamente” è arrivata al quarto, che in realtà sarebbe il quinto se consideriamo anche il numero zero uscito poco più di un anno fa. Siamo ancora qui e la spinta iniziale non s’è affatto affievolita. Anzi siamo sempre più lanciati, sostenuti dall’interesse che vediamo crescere attorno a questo progetto editoriale. Sono già una decina le presentazioni che abbiamo fatto in giro per le Marche (e non solo): le ultime a Urbino, Senigallia, Corinaldo e Cesena e ogni serata è stata occasione di piacevoli discussioni su come, dove e perché aprire spiragli di aria fresca che possano incrinare le mura che imprigionano questo mondo. Lungo la strada abbiamo incontrato qualche faccia conosciuta, ma anche tanti volti per noi nuovi e di diverse generazioni, con cui abbiamo condiviso l’urgenza di capovolgere una società ingiusta e insostenibile. A partire dalle piccole e grandi storie che viviamo nei nostri territori e che andiamo a scoprire e approfondire numero dopo numero.

Le quattrocento copie che stampiamo – ancora “alla macchia” – e distribuiamo come carbonari d’altri tempi vanno esaurite nel giro di poche settimane. Segno che qualche lettore lo abbiamo, senza contare i davvero numerosi contatti sul blog. Eppure i conti non tornano. E se tornano hanno sempre il segno “meno” davanti. Si vede che nonostante abbiamo imparato a usare il foglio di calcolo non siamo diventati dei fini economisti. Non contenti – prendendo in prestito la tipica espressione del venditore di pentole al mercato – con questo numero ci vogliamo rovinare e vi regaliamo anche il gadget. Qualche redattore avrebbe voluto incellophanare un simbolico sampietrino ma, a parte il fatto che avremmo dovuto passare delle notti a disselciarne quattrocento pezzi, la cosa sarebbe risultata difficilmente gestibile. E quindi beccatevi la fionda. Perché, in un modo o nell’altro, qualche sasso bisogna pur tirarlo nella vita. All’interno trovate anche una guida pratica che vi illustrerà passo passo come realizzare una perfetta fionda artigianale in legno. Fatene buon uso.

L’argomento centrale a cui dedichiamo questo numero è la questione delle migrazioni, un fenomeno che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi, ma che la retorica oggi dominante vorrebbe far passare per il problema del secolo. Mentre le frontiere si fanno sempre più elastiche al passaggio di merci (vi dice niente la sigla TTIP?) e sempre più rigide all’attraversamento umano, affrontiamo l’argomento con una serie di interviste raccolte sul nostro territorio, nello spirito di chi vuole abbattere i confini della fortezza Europa e demolire le paure di quanti si chiudono a riccio nel proprio angolino, sempre più angosciati dal confronto tra noi e loro. Certamente, non è facile trovare soluzioni adeguate e soddisfacenti, emergono tanti limiti ma anche una vivacità con la quale dobbiamo e vogliamo confrontarci per cercare di capire come essere solidali con chi preme sul filo spinato o con chi vuole semplicemente soggiornare dove più gli aggrada, senza cadere in una logica pietista di assistenzialismo.

Poi, prendendo spunto ancora una volta dal sasso lanciato dai nostri amici, guardiamo quello che sta succedendo in questi mesi in Francia contro la legge di riforma del mercato del lavoro. Nonostante l’ovvio silenzio dei grandi mezzi di informazione, ci si allarga il cuore: il rincoglionimento di massa non è ancora passato! Dalle strade torniamo quindi alla teoria – che ce ne vuole perché i sassi delle nostre fionde colpiscano nel verso giusto – con la traduzione di un pezzo di critica anti-industriale, un punto di vista che alcuni redattori (non tutti per la verità) pensano abbia molto da dire e al quale vorremmo dedicare una serie di interventi anche sui prossimi numeri. Inoltre, all’ormai consueta finestra sugli anni Settanta visti dall’angolo della provincia marchigiana, uniamo un altro contributo di taglio storico che ci racconta l’avvincente biografia di un sovversivo fanese. Non manca infine la recensione e, stavolta, perfino una poesia.

2 commenti su “Una fiondata nel verso giusto (#4)”

  1. ciao, ho preso il vostro numero 3 presso una libreria di senigallia mentre ero in ferie li.
    rivista bella e interessante
    auguri!
    gigi

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